Nel magico mondo del vino, è sempre maggiore l’attenzione prestata a quei vini che vengono definiti SENZA SOLFITI.
Ma sappiamo veramente cosa sono i solfiti e la loro azione sulla salute dell’uomo? I vini detti “senza solfiti” vengono acquistati perché, oltre ad essere sani, sono anche buoni, oppure siamo solo dei caproni che seguono ciò che ci viene propinato dai media?
Si tratta di composti chimici composti da ioni di zolfo e di ossigeno, aggiunti in diverse fasi della vinificazione sotto forma di anidride solforosa. La loro funziona é antibatterica, antisettica e selettiva degli lieviti, evitando che quelli “indigeni”, diano vita a fermentazioni indesiderate.
Utili anche nei travasi e nella svinatura, preservano il vino da attacchi microbici e nella fase dell’imbottigliamento , compiono un’azione antiossidante.
Questo perché, durante il processo di fermentazione, vengono prodotti naturalmente un certo quantitativo di solfiti. Di conseguenza, è giusto parlare di vini “senza solfiti AGGIUNTI”.
Ecco i limiti imposti dalla legge, a seconda della tipologia di vino:
E’ giusto sottolineare che, in questa tipologia di vini, per una buona riuscita del prodotto c’è bisogno di cura estrema, a partire dalla vigna (uva sana), poi in cantina, lavorando in ambienti asettici, fino all’imbottigliamento, riducendo al minimo la carica batterica.
Il contenuto di solfiti viene riportato in etichetta in quanto sono stati inseriti nella direttiva tra gli allergeni. Malgrado ciò, le reazioni che possono provocare, non sono riconducibili a quelle allergiche.
Il mito che il vino convenzionale (con solfiti aggiunti) faccia male, è da sfatare. Soprattutto se poi spinge i consumatore ad acquistare vini difettosi, al limite della bevibilità.
Ognuno di noi produttori di vino, credo che cerchi di lavorare nel modo più naturale possibile, nel rispetto dell’ambiente e della salute del consumatore.
Tutti quei cialtroni che spacciano l’aceto per vino, e tutti quei consumatori che lo bevono, perché “fa bene” ed è “cool”, dovrebbero fare due parole con qualche produttore veramente naturale.
Ricordo ancora le parole di Damjan Podversic che, durante una manifestazione sul vino, con un’espressione molto colorita, mi disse che il vino deve essere in primis buono. Se il vino è difettoso, non è un pregio indice di naturalità. E’ difettoso e basta.
Il resto, lasciamolo al marketing…