Chi conosce la nostra azienda, lo sa. Salvo imprevisti, siamo sempre aperti, pronti a ricevere chi ci vuole fare visita.
Negli ultimi giorni, ho ricevuto diverse visite, da turisti nazionali ed internazionali, che mi domandavano una cosa non da poco:
Bene, ora i periodi di riposo sono sacrosanti, ma non capisco perché, zone intere, in questi mesi dell’anno, si ritrovano “deserte”. E’ vero che sono i mesi dove c’è meno affluenza, ma un territorio che vuole continuare a crescere, dovrebbe sempre garantire un minimo di servizio.
E questo non succede solo in inverno, ma anche d’estate, con visitatori sconsolati che mi chiedono come mai, ad esempio, a Barolo non ci sia un ristorante aperto la settimana di Ferragosto.
Chi la fortuna di un territorio non l’ha costruita, non sa apprezzare e sviluppare ciò che è stato fatto prima. Ci siamo dimenticati da dove arriviamo e quanto dovremmo essere grati a coloro che ci fanno visita. Tra tanti luoghi in Italia, hanno scelto proprio le Langhe ed il Roero per godersi le ferie, o anche solo un rilassante weekend tra le nostre verdi colline.
Un’area, per essere apprezzata a pieno, deve essere raccontata da chi ci vive. Solo allora il turista vivrà un’esperienza piena, da ricordare e raccontare agli amici.
Sarà che siamo una piccola cantina a conduzione familiare; sarà che sono figlio di un padre “astemio”; sarà che vengo da un altro “mondo” lavorativo ma, quando qualcuno mi fa visita, mi sento ONORATO. Perché tra miriadi di cantine della zona, hanno scelto proprio me, uno dei più piccoli.
Con questo non voglio criticare nessuno, ma piuttosto invitare a riflettere. Ci sono mille modi per garantire un servizio anche nei momenti più “morti” dell’anno. Perché per un po’ si può campare di rendita e di un nome blasonato, ma se poi manca la sostanza, le persone sceglieranno di trascorrere altrove le proprie vacanze.